Gli anni di piombo

2 agosto 1980, ore 10:25: Un ordigno esplode alla stazione centrale di Bologna. È il più grave atto terroristico dal dopoguerra. Un attentato che ha segnato «Anni di piombo». Con la strage di Piazza Fontana (‘69), quella del treno Italicus (‘74) e quella di Piazza della Loggia (‘74). 85 le vittime, oltre 200 i feriti. Dato l’alto numero dei feriti, vengono utilizzati anche gli autobus per i soccorsi, fra cui quello della famosa linea 37. I funerali, si svolgono il 6 agosto, alla Basilica di San Petronio, alla presenza di migliaia di cittadini. In lacrime, il Presidente Pertini dichiara: «Non ho parole, siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia». Come molte stragi italiane, rimane ancora oggi avvolta dai misteri Le indagini subisco numerosi depistaggi. Ideati, come ipotizzato, da un settore deviato del SISMI, diretto dal generale Giuseppe Santovito, iscritto alla P2 Inizialmente si parla di esplosione fortuita, ma dopo alcuni giorni si comincia a seguire la pista del terrorismo neofascista. Per i depistaggi, vengono condannati Licio Gelli (Capo della P2) e alcuni agenti del SISMI. Nel 1995, vengono condannati Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, appartenenti ai NAR, come esecutori materiali. Nel 2007 si aggiungono le condanne a Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca dei fatti, nel 2020 quella di Gilberto Cavallini. Sul luogo dell’esplosione è stata mantenuta la pavimentazione originale, assieme a una lapide con i nomi delle vittime. L’orologio della stazione, rimasto fermo alle 10:25, resta il triste simbolo della strage. ( Ansa – CorriereTv ).

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