Attentato a Salman Rushdie

da Agenzia Anbamed

L’accoltellamento di Salman Rushdie a New York, durante una conferenza letteraria, è un segnale pericoloso contro la libertà d’espressione. Rushdie, secondo il suo agente, è in gravi condizioni ed è operato al fegato e rischia di perdere un occhio ed i movimenti delle mani. L’accoltellatore è stato arrestato e la polizia ha diffuso il suo nome: Hady Matar, 24 anni, di origine libanese. Non viene descritta la motivazione dell’accoltellamento, ma non sfugge la relazione alla fatwa illegale di Khomeini del 1989, che incitava ad uccidere lo scrittore britannico, dopo l’uscita del libro “Versetti satanici”, considerato offensivo per il profeta Mohammed. Il governo iraniano aveva emesso allora una taglia di 3 milioni di dollari per chi lo avesse ucciso. In tutto il mondo islamico si sono tenute manifestazioni di fanatici e Rushdie è stato costretto a nascondersi protetto dalla polizia. Il traduttore del suo libro in giapponese è stato ucciso, quello italiano e norvegese sono stati feriti. Alla fine degli anni ’90, il presidente iraniano Khatami ha dichiarato che il governo di Teheran non è più impegnato a pagare la taglia, ma la fatwa non è stata mai annullata. Un fanatico qualsiasi -come è avvenuto ieri – può arrogarsi il diritto di applicarla, trasformandosi in assassino, e sperare – illuso – nel paradiso dell’aldilà. I regimi teocratici sono un pericolo contro l’umanità.

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