La Seconda Guerra Mondiale

Roma potrebbe essere mai stata considerata “zona di guerra ” nella Seconda Guerra Mondiale? Direi di no, con l’eccezione forse dei combattimenti di Porta San Paolo nel settembre del ’43, dopodiché ebbe per vari motivi lo stato di “Città aperta”. Ma le cose sarebbero potute andare diversamente…Il 6 settembre 1943 è lunedì mattina , nel centro di Roma, ancora addormentata, transita un’ambulanza militare. Trasporta due ufficiali americani, il generale Maxwell Davenport Taylor, comandante della 82a Divisione Paracadutisti, e il colonnello William T. Gardiner (Intelligence Service) Le Forze alleate essendo ancora in Calabria, essi erano segretamente giunti per mare la notte prima: presi a bordo da una corvetta italiana di fronte a Gaeta, nel porto erano stati caricati sull’ambulanza militare come se fossero prigionieri inglesi. Giungono così a palazzo Caprara, sede del Comando Supremo, ma solo a sera incontrano il generale Carboni (Capo del SIM e incaricato della difesa di Roma) Argomento: quando e a quali condizioni sarà reso noto l’armistizio italiano.Per comprendere il motivo di questa missione – non solo rischiosa ma anche sorprendente – e’ necessario qualche passo indietro.La guerra era finita il 10 maggio 1943 in Tunisia e appariva oramai chiaro che la mossa successiva avrebbe riguardato il così vicino ed esposto “ventre molle” dell’Asse. Come farla pero’ era meno evidente, a Washington (riunione “Trident”) Churchill e Roosevelt riuscirono ad accordarsi solo per l’ invasione della Sicilia, che avvenne con successo il 10 luglio, il seguito essendo determinato dagli eventi.Però Churchill aveva visto giusto: oltre al dominio del Mediterraneo e a basi aeree ben più vicine al nemico, l’intervento sulla penisola – primo territorio conquistato in Europa – provoco’ il crollo del fascismo. Mussolini – recatosi a Feltre per spiegare a Hitler che l’Italia doveva uscire dalla lotta – non riuscì neanche ad aprire bocca. I più svegli dei gerarchi fascisti (Grandi, Bottai, Ciano) ne trassero le dovute conseguenze e, convinti ulteriormente da un simbolico ma consistente bombardamento su Roma, il 25 luglio fecero passare in Gran Consiglio la restituzione al Sovrano dei poteri statutari, in primis il comando supremo delle FFAA. Mussolini, come sappiamo, usci così di scena.Il Re e il generale Badoglio, nuovo Capo dello Stato, decisero di inviare il generale Giuseppe Castellano a Lisbona per le trattare la resa e il rovesciamento delle alleanze, ma non vi era niente da trattare…Castellano dovette firmare il cd. “armistizio corto”, una resa senza condizioni, con l’imposizione di cessare immediatamente le ostilità, ma che ANCHE prevedeva una serie di obblighi che rendevano in pratica INEVITABILE (cfr testo) lo scontro in armi con la Germania.Al tempo stesso si prospetto’ (ma NON come “condizione”) il prossimo sbarco vicino Roma – gia’ previsto a Salerno – nonché l’intervento di truppe aviotrasportate per attaccare le forze tedesche e liberare Romagna via di definizione assieme agli italiani.Ecco quindi il motivo del periglioso viaggio di Taylor e Gardiner: verificare le possibilità di tale piano, che avrebbe dato inizio alle ostilità.Il Generale Carbone disillude subito i due emissari: esagera la presenza delle unità combattenti tedesche intorno a Roma e esclude che sarà possibile accompagnare con mezzi e artiglieria italiani l’atterraggio e intervento della 82ma aviotrasportata dietro le linee nemiche.Taylor esige allora di incontrare il generale Badoglio, il quale – svegliato a tarda notte e in pigiama – gliene dara’ conferma, domandando perdipiu’ (abbastanza ingenuamente…) di attendere qualche giorno ancora per dare pubblicità all’avvenuto armistizio italiano.Eisenhower deluso da questo comportamento e spazientito, opporrà un netto rifiuto alla richiesta. Il resto dovrebbe essere noto a tutti, MA di solito, si omette di specificare che – quindi – il rivolgimento del fronte e la resistenza armata contro i tedeschi furono esclusi e negati PRIMA della fuga al Sud del Re e del governo, e non a causa di questa.Non fu ne’ negligenza, ne’ “vigliaccheria” , ma una decisione meditata (presa da VE III , o dal Re approvata su consiglio di Badoglio) che influenzò negativamente la forse poca propensione degli Alleati a correre il rischio di utilizzare subito gli Italiani per attaccare l’ormai comune nemico.Più controverso è di capirne il motivo. Per il Comando Alleato era evidente (lo testimonia nelle sue memorie il generale Taylor) che far atterrare una Divisione aviotrasportata dietro le linee nemiche con un supporto comunque dato malvolentieri, degli italiani, sarebbe stato un vero suicidio.Per la storiografia italiana recente è più complicato: si ritiene che VE III non abbia voluto correre il rischio ne’ di cadere prigioniero dei tedeschi (in caso di fallimento dell’operazione congiunta con gli americani) ma neanche – in caso di successo – provocare intorno a Roma e in Italia, una rivolta generale che avrebbe visto le FFAA e la Resistenza (che iniziava ad organizzarsi) unite contro l’antico nemico, premessa per la cacciata della Monarchia corresponsabile del Fascismo agli occhi dell’Italia e del mondo, e l’avvento della Repubblica ( alla quale probabilmente almeno gli Americani sarebbero stati favorevoli)Quello che successe poi dovreste gia’ saperlo.Fonti: General Maxwell D.Taylor, Swords and Plowshares (trad: “aratri”), a Memoir, ed Da Capo, 1990Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali, vol 1, dalla Pace di Versailles alla Conferenza di Potsdam 1919 – 1945Dwight Eisenhower, Crociata in Europa, Mondadori, 1949(Crusade in Europe, J.H. University Press, 1997)R. De Felice (a cura di), L’Italia tra tedeschi e Alleati, la politica estera fascista e la 2a G.M., ed Luni, 2018Il testo dell’armistizio”corto” qui:http://www.andreaconti.it/alternat/storia02.htmlNB, foto: 1944 liberazione di Roma

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