La liberazione di Kobanê
26 gennaio 2015 viene liberata Kobanê .
Come conseguenza della guerra civile siriana, la cittadina è passata sotto il controllo delle unità di difesa del movimento confederalista curdo (PYD) le Yekîneyên Parastina Gel (YPG) il 19 luglio 2012, visto che per questa organizzazione la regione ha un forte valore simbolico, oltre a un’accentuata rilevanza strategica e culturale (tanto che il leader curdo Abdullah Öcalan vi si era recato il 2 luglio 1979, poco dopo la fondazione del PKK).
Il 2 luglio del 2014, lo Stato Islamico ha tentato di assumerne il controllo con le armi e, dopo un secondo tentativo avviato nel settembre 2014, la città è stata soprannominata la “Stalingrado del Vicino Oriente“, per sottolineare la strenua resistenza da parte dei militanti di YPG e YPJ.
Kobanê, ai primi di ottobre del 2014 era stretta d’assedio dalle forze dell’ISIS che si muovevano da sud e da ovest finché, penetrate nei sobborghi della città, sono state costrette a combattere casa per casa dai resistenti curdi, giungendo il 12 ottobre a conquistare l’80% circa dell’intera area urbana prima di essere costrette a un parziale arretramento a causa dell’efficace contrattacco dei curdi delle unità miste e femminili che giorno e notte difendevano la città. Vasta eco ha avuto il sacrificio in combattimento della giovane Arin Mirkan, morta in un attacco suicida all’interno di una roccaforte dell’ISIS.
Il 26 gennaio 2015, dopo oltre quattro mesi di combattimenti e circa 2 000 morti, le forze curde riconquistano la città, grazie anche al concentrarsi dei raid aerei della “coalizione internazionale” sull’area in questione.
L’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati stima a 400 000 i rifugiati dell’intera regione che cercheranno di rifugiarsi in Turchia per sfuggire alle milizie terroriste dello Stato Islamico.
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