La Guerra civile in Yemen

Quando gli Houthis attaccano

Gennaio -febbraio 2018

La guerra civile dello Yemen del 2015 è un conflitto in corso cominciato nel 2015 tra le fazioni che dichiarano di costituire il legittimo governo dello Yemen, insieme ai loro alleati.

Le forze degli Huthi, che controllano la capitale Sana’a e sono alleate con le forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, si sono scontrate con le forze leali al governo di Abd Rabbuh Mansur Hadi, con sede ad Aden.

Anche al-Qāʿida nella Penisola Arabica (AQAP) e gli affiliati yemeniti dello Stato Islamico (ISIS) hanno eseguito attacchi, ed AQAP controlla porzioni di territorio nella parte centrale del Paese e lungo la costa.

Il 19 marzo 2015, dopo aver preso il controllo della capitale Sana’a nel settembre 2014 e aver costretto Hadi alle dimissioni e alla fuga ad Aden tra gennaio e febbraio 2015, gli Huthi hanno lanciato un’offensiva per estendere il loro controllo nelle province meridionali. Il 25 di marzo l’offensiva degli Huthi, alleati con forze militari fedeli a Saleh, è arrivata alle porte di Aden, la sede del governo di Hadi; Hadi è fuggito in Arabia Saudita lo stesso giorno. Il giorno seguente, una coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita è intervenuta militarmente con attacchi aerei contro gli Huthi per restaurare il deposto governo di Hadi.

Secondo l’ONU, tra marzo 2015 e aprile 2016 fra 7.400 e 16.200 persone sono morte in Yemen, di cui civili fra 4.125 e 10.000, e 500 morti in Arabia Saudita. Secondo il presidente dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, la coalizione a guida saudita ha causato il doppio delle vittime civili rispetto a tutte le altre forze messe insieme, quasi tutte in conseguenza degli attacchi aerei.

Quarta tregua (dicembre 2018 – giugno 2019)

Il 6 dicembre 2018 iniziarono colloqui di pace a Stoccolma tra governativi e ribelli Huthi.Il 13 dicembre si giunse ad un accordo per un cessate il fuoco di sei mesi ed il ritiro dei miliziani Huthi dal porto di al-Hudayda, sotto la supervisione di un comitato dell’ONU. I ribelli Huthi tuttavia rifiutarono di abbandonare il porto, richiedendo un maggiore coinvolgimento dall’ONU. Osservatori dell’ONU monitorarono il rispetto della tregua. A maggio i miliziani Huthi abbandonarono il porto di al-Hudayda rispettando l’accordo di Stoccolma. Tuttavia in altre parti della linea del fronte proseguirono i combattimenti, con attacchi dei ribelli Huthi diretti contro aeroporti civili in Arabia Saudita, come quello di Najrān, il 23 maggio, e il missile lanciato contro l’aeroporto di Abha, il 12 giugno (entrambi non molto distanti dalla frontiera).

Nuove tensioni (giugno 2019 – presente)

A seguito dell’aggravarsi della crisi tra Stati Uniti ed Iran, scaturita dal ritiro da parte dell’amministrazione di Trump dall’accordo JPCOA sul nucleare, nel maggio 2018, e dall’approvazione di sanzioni economiche contro le esportazioni di petrolio iraniano, entrate in vigore nel novembre 2018, gli Stati Uniti hanno posizionato navi da guerra nello stretto di Hormuz, alla frontiera delle acque territoriali iraniane, per attuare l’embargo all’Iran. La rinegoziazione dell’accordo sul nucleare e del blocco commerciale richiedeva all’Iran la sospensione del sostegno militare al governo siriano di al-Asad e ai ribelli Huthi in Yemen.

A seguito del sabotaggio di quattro petroliere avvenuto il 14 maggio, e dell’abbattimento di un drone statunitense il 20 giugno, l’amministrazione Trump ha inasprito le sanzioni contro l’Iran, mentre gli Emirati Arabi Uniti hanno iniziato a ritirare i propri soldati e mezzi militari dalle coste del mar Rosso, defilandosi dalla coalizione a guida saudita operante in Yemen, sostenuta dagli USA.

Il 1º marzo 2020 gli Houthi conquistano al Hazm, capitale della provincia di al-Jawf. Tra i mesi di marzo e aprile conquistano 12 villaggi in province vicine, portando tutto lo Yemen settentrionale, tranne il governatorato di Marib, sotto il loro controllo.

https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_dello_Yemen_(2015)

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