La campagna di Tunisia 1943
La campagna di Tunisia si combatté, durante la seconda guerra mondiale, tra le forze alleate anglo-americane e quelle italo-tedesche e segnò la fase finale delle lunga campagna del Nordafrica, iniziata nell’estate 1940 e proseguita con alterne vicende fino al 13 maggio 1943. In quella data le forze alleate, ormai nettamente superiori numericamente e materialmente, sconfissero definitivamente le residue forze dell’Asse, entrarono a Tunisi e Biserta e costrinsero alla resa le ingenti truppe nemiche rimaste tagliate fuori nell’ultimo ridotto tunisino.
Circondati dalle superiori forze alleate, costituite dalle moderne divisioni americane, da quelle britanniche e dai reparti dell’esercito coloniale francese che erano rientrati in campo a fianco degli anglosassoni, il feldmaresciallo Erwin Rommel e, dopo il suo richiamo sul continente, il generale Hans-Jürgen von Arnim si impegnarono strenuamente in una serie di operazioni difensive e controffensive, coronate spesso da notevoli successi tattici favoriti dalla superiorità di tattiche e di addestramento delle forze tedesche e di quelle italiane, guidate dal generale Giovanni Messe, che portarono la guerra ad una situazione di stallo nell’inverno, costringendo le forze nemiche a continuare la campagna fino alla primavera 1943 e quindi causando il rinvio dell’apertura del Secondo fronte in Europa.
Tuttavia la mancanza di uomini, di mezzi e soprattutto di rifornimenti avrebbe segnato la sorte delle forze dell’Asse in Tunisia. Dopo aver sfondato le posizioni italo-tedesche sulla linea del Mareth, gli Alleati posero fine alla resistenza delle forze nemiche in Africa nel mese di maggio 1943, dopo un’offensiva finale su Tunisi e catturarono oltre 200.000 prigionieri.
Questa vittoria aprì le porte agli anglo-americani per lo sbarco in Sicilia (luglio 1943), che portò alla caduta del fascismo (25 luglio 1943) e all’armistizio dell’8 settembre.
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