I Curdi schiacciati da Turchi, Russi, Iracheni e ISIS

fonte Agenzia Anbamed

I curdi siriani (e i loro alleati arabi, assiri e di altre minoranze etniche che ne condividono i principi del Confederalismo Democratico) sono sempre più stretti in una morsa inesorabile che i recenti avvenimenti stanno rinforzando.

L’esercito turco ha compiuto un’invasione del territorio iracheno nel Kurdistan. Truppe elio-trasportate e droni hanno attaccato, nelle montagne di confine, le basi del PKK. Il ministro della difesa di Ankara ha rivendicato l’incursione definendola preventiva, per impedire attacchi dei guerriglieri curdi contro il territorio turco. Un comunicato curdo denuncia questa invasione sostenendo che gli attacchi sono avvenuti contro campi profughi. Dal governo autonomo curdo iracheno (controllato dal PDK di Barzani, che è sempre stato nemico del Confederalismo Democratico del Rojava) e dal governo federale iracheno non si sono registrazioni reazioni. Il neo sultano Erdogan agisce indisturbato, forte anche del suo nuovo ruolo di mediatore tra russi e ucraini.

Contemporaneamente, si registrano gravi tensione nel nord est della Siria (Rojava) tra le forze dell’autonomia amministrativa curda e le truppe fedeli al regime di Assad. A Qamishli e Hasaka, guerriglieri curdi hanno assediato le zone sotto il controllo dei governativi. Il motivo della tensione è la richiesta di rompere l’assedio ad un villaggio curdo della provincia di Aleppo. Le contraddizioni tra siriani rischiano di aprire la strada ad una maggiore occupazione turca del territorio. I militari russi, che nella zona hanno un compito di forza di interposizione e collegamento, hanno minacciato le forze democratiche siriane (SDF, a maggioranza curda) di lasciare mano libera all’esercito turco, in caso di mancata cessazione delle ostilità a Qamishli e Hasaka.   

Se a tutto ciò si aggiunge la ripresa di attività di ISIS, che ha già compiuto varie azioni e non molto tempo fa ha assalito un carcere curdo dove sono reclusi i jihadisti di ISIS, la situazione per i Curdi del Rojava e per tutti quelli che si riconoscono nel Confederalismo Democratico di Öcalan, si preannunciano tempi durissimi. Oltretutto, l’opinione pubblica mondiale, dopo averli esaltati, sembra essersi dimenticata di loro.

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