La Seconda Guerra Mondiale

IL MALE

«Come ti senti riguardo a ciò che hai fatto? Hai detto che vuoi raggiungere la pace interiore. Soffri di ansia emotiva?» «Tutto quello che sento è che mi fanno male i piedi». La testimonianza durante il processo di Norimberga del comandante di Auschwitz, Rudolf Höß, fece sensazione.

Chi era Rudolf Höß?

Figlio del commerciante Franz Xaver Höß, Rudolf nacque il 25 novembre 1901 a Baden-Baden in una rigorosa famiglia cattolica. Trasferitosi a Mannheim, divenne prima volontario alla Croce Rossa e poi, non rispettando il volere della famiglia, nel 1916 il giovane Höß partì volontario, all’età di soli 14 anni e mentendo sull’età, con il 21º reggimento dei Dragoni del Baden.Höß combatté in Turchia, Iraq e Palestina, dove venne promosso Feldwebel (sergente) all’età di 17 anni, diventando così il più giovane sottufficiale dell’esercito tedesco

.A novembre del 1922, si iscrisse al partito nazionalsocialista. Nel 1923 fu condannato a dieci anni di prigione, insieme a Martin Bormann, per l’omicidio del maestro elementare Walther Kadow, accusato dai nazisti di essere una spia dei bolscevichi.Martin Bormann fu rilasciato dopo appena un anno, mentre Höß fu scarcerato nel 1928 in seguito a un’amnistia generale.

Nei mesi seguenti conobbe Himmler. Il comandante delle SS fece a Höß la proposta di entrare a far parte della terribile e sanguinaria organizzazione che dirigeva.Höß negli anni compresi tra il 1934 e il 1938, in qualità di appartenente alle SS-Totenkopfverbände(Unità testa di morto), ricoprì diversi incarichi nei campi di concentramento, iniziando quella carriera all’interno dell’amministrazione che non avrebbe più abbandonato fino al termine del conflitto.

Nel 1935 Höß prese servizio presso il campo di Dachau, comandato da Theodor Eicke che era stato nominato da Himmler Ispettore ai campi di concentramento. Höß venne presto nominato Blockführer, uomo delle SS che ricopriva il ruolo di comandante di un Block (blocco o baracca) di prigionieri e che quindi ne era in diretto e costante contatto.

Il 4 maggio 1940 Höß fu nominato comandante di un lager che avrebbe dovuto lui stesso provvedere a costruire dopo aver proceduto alla requisizione di una vecchia caserma polacca situata nei pressi della cittadina di Oświęcim, conosciuta allora con il nome tedesco di Auschwitz.

Il 1º marzo 1941 Himmler effettuò il primo sopralluogo ad Auschwitz complimentandosi con Höß per il lavoro fin allora svolto ma esponendo nel contempo nuovi e grandiosi progetti per Auschwitz.Nell’agosto 1941, dopo l’incontro con Himmler, Höß ebbe un incontro con Adolf Eichmann, architetto delle deportazioni del genocidio, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il 3 settembre il vice di Höß, Karl Fritzsch, trovò soluzione al problema che affliggeva Eichmann relativo alla scoperta di un gas in grado di risolvere il problema delle uccisioni. Fritzsch utilizzò il gas Zyklon B, impiegato per la disinfestazione dei parassiti e quindi disponibile in abbondanti quantità nel campo, per uccidere circa 600 prigionieri di guerra sovietici. Ritornato al campo, Fritzsch riferì sui risultati del suo esperimento che Höß fece ripetere con un successivo gruppo di deportati russi, per verificarne personalmente l’efficacia.In seguito alle indagini sulle malversazioni finanziarie di molti comandanti delle SS, Höß si allontanò da Auschwitz.

Ma, l’8 maggio 1944, Höß ritornò a Auschwitz per sovrintendere alla Ungarn-Aktion, denominata poi in suo onore Aktion Höß. L’eufemistico termine si riferiva allo sterminio degli ebrei ungheresi, unica comunità ebraica ancora parzialmente risparmiata tra quelle sottoposte direttamente e indirettamente al dominio nazionalsocialista. In questo periodo il complesso di sterminio di Auschwitz II – Birkenau raggiunse il suo massimo potenziale distruttivo con la morte di circa 400 000 vittime in circa tre mesi di «operazioni».

Nell’inverno 1944-45 i campi dell’Est, tra i quali Auschwitz, erano ormai in prossimità del fronte e vennero pertanto evacuati in esecuzione di un ordine di Himmler che vietava che gli internati dei campi di concentramento cadessero in mano al nemico. Catturato nei giorni immediatamente successivi al termine del conflitto dalle forze inglesi, Höß fu rinchiuso in un campo di prigionia per uomini delle SS, ma chi l’aveva catturato non si accorse della sua reale identità e presto venne rilasciato, trovando lavoro in un’azienda agricola nei pressi di Flensburg.

Ma, l’11 marzo 1946, la signora Höß ammise il nome fittizio e il luogo dove si nascondeva il marito.Egli fu catturato lo stesso giorno dalle forze britanniche. Trasferito a Norimberga, Höß testimoniò nel corso del celebre processo.Il 25 maggio 1946 fu trasferito in Polonia per rispondere in giudizio dei crimini che aveva commesso ad Auschwitz e venne imprigionato a Cracovia. La Corte Suprema di Varsavia lo giudicò colpevole delle accuse che gli erano state rivolte. Il 2 aprile 1947 egli venne condannato alla pena di morte mediante impiccagione, eseguita il 16 aprile 1947 davanti all’ingresso del crematorio di Auschwitz.

Fabio Casalini ©

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