La guerra in Sudan

da Agenzia Anbamed

Khartoum si è svegliata al suono delle bombe, raffiche e bombardamenti aerei. I generali golpisti trattano con i mediatori internazionali, arabi e africani, ma poi si fanno la guerra sulla pelle dei sudanesi. La tregua virtuale dovrebbe rimanere in vigore per una settimana, durante la quale si dovrebbe organizzare un incontro indiretto “tecnico”, in Arabia Saudita, tra due delegazioni rappresentanti i due belligeranti. Le due delegazioni non si incontreranno, ma si confronteranno a distanza con i mediatori sauditi che si spostano da una sala all’altra per riportare richieste, proposte e risposte.Il portavoce dell’esercito ha escluso qualsiasi trattativa politica con le forze di pronto intervento, definite “milizie vendute allo straniero”. L’esercito forte della superiorità aerea non intende cedere tempo alle milizie di Hamidati di riorganizzarsi ed ha bloccato tutte le vie di accesso alla capitale per impedire l’arrivo di rinforzi.Il portavoce delle forze di pronto intervento ha accusato il generale Burhan di essere un golpista al servizio dei gerarchi del vecchio regime. Accuse propagandistiche di tutt’e due le parti, dove il più pulito ha la rogna.Le milizie stanno compiendo ogni tipo di devastazione in città. Rubano negozi, violano abitazioni private, soprattutto di uomini politici che contrastano questa guerra. Anche l’ufficio culturale saudita, una sede che ha un carattere diplomatico, è stato invaso e devastato da miliziani. Tre camion di aiuti internazionali sono stati sequestrati mentre viaggiavano verso il Darfur. Il Programma alimentare Mondiale ha rivisto la sua decisione precedente di abbandonare il Sudan in seguito all’uccisione di tre operatori; ha mandato una nave di aiuti, ma ha condizionato la distribuzione ad una tregua effettiva e ad un impegno esplicito delle due parti belligeranti di fornire garanzie per il personale internazionale e locale che opera negli aiuti umanitari.

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