La decapitazione di Samuel Paty, l’attacco alla Francia e il conflitto tra Erdogan e Macron

editoriale dell’agenzia ANBAMED

imperversano nei paesi islamici le manifestazioni contro la Francia e gli inviti al boicottaggio delle merci francesi, in seguito alle prese di posizioni del presidente Macron sull’assassinio del professore Samuel Paty da parte di un diciottenne di origine cecena. Manifestazioni che si tengono con la parola d’ordine: “Il profeta Muhammad non si tocca!”. In questo contesto si inseriscono le dichiarazioni provocatorie del presidente turco Erdogan, che nel suo sogno di riprendere in mano l’egemonia sul mondo islamico sunnita, per far rinascere il califfato Ottomano, sta cavalcando l’onda. Oltre a questa palese strumentalizzazione di Erdogan, si registrano tutta una serie di dichiarazioni che si ergono in difesa del profeta Muhammad, senza inquadrare la vicenda centrale, quella della decapitazione di un essere umano con il metodo dello sgozzamento, azione operata da un giovane di fede musulmana accecato dalla propaganda jihadista. Dall’Imam di Al-Azhar, Ahmed Tayyeb (lo stesso che un anno e mezzo fa, Febbraio 2019, ha firmato, ad Abu Dhabi, insieme al Papa Francesco la dichiarazione della “Fratellanza Umana per la Pace mondiale e la convivenza comune”), a Hezbollah libanese, dall’Iran all’Arabia Saudita, si ergono a difensori del profeta, con parole altisonanti sulla convivenza e sul rispetto delle altre fedi.

È un gioco pericoloso, che nasconde sotto il tappeto le magagne di società governate da poteri dittatoriali e leggi oscurantiste. Ed è un gioco che presta il fianco alle deviazioni jihadiste, che non hanno – secondo il nostro parere – nulla a che fare con l’Islam.

In questa vigilia del dialogo cristiano-islamico (27 Ottobre) si deve fare chiarezza sull’incontro tra civiltà e si deve stare in allerta da quelle campagne organizzate ad arte per mestare nel torbido: sono -volenti o nolenti – il brodo di coltura per la propaganda jihadista e il conseguente proselitismo nelle file dei movimenti terroristici.

Chi vuole difendere le società islamiche devastate dalle guerre, dovrebbe invitare al boicottaggio delle armi francesi e delle altre nazioni industrializzate. I centri di potere a Riad, il Cairo, Ankara e Teheran sono alla rincorsa per ottenere contratti di acquisto per miliardi di euro di armi, che serviranno soltanto a reprimere i loro popoli, impoverirli e negare un futuro prospero alle future generazioni.

Il caso del romanzo “Versetti Satanici”, negli anni Ottanta, si sta ripetendo oggi con le vignette di Charlie Hebdo. Non siamo simpatizzanti né dell’uno, né delle altre, ma sosteniamo il diritto di tutti gli esseri umani alla vita ed alla libertà d’espressione.

Coloro che non vedono la mano assassina che usa il coltello per uccidere, chi alza un polverone contro intellettuali che usano la penna o la matita per esprimere  una opinione (anche se fosse sbagliata), non possono ottenere il nostro silenzio.

Non dobbiamo permettere che l’Islam e il suo profeta Muhammad vengano strumentalizzati per nuove guerre di religione.

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