La crisi in Kazakistan

Movimenti di blindati e truppe russe verso il Kazakistan , mentre il CSTO ha confermato che unità di paracadutisti russi sono sul territorio kazako e che hanno “già iniziato a realizzare gli obiettivi loro assegnati”.

Un cadavere a terra, su una strada di Almaty, mentre un agente sorveglia alcune persone arrestate durante le proteste (reuters)

Kassym-Jomart Tokayev, ieri (mercoledì) ha chiesto l’intervento dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), che unisce Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakistan Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, denunciando quelle che, secondo lui, sono le azioni di gruppi “terroristi” formati da forze straniere.

Tokayev ha inizialmente licenziato tutto il suo Governo, ha annullato l’aumento del prezzo del gas e ha preso le distanze dal suo predecessore, senza riuscire però a placare la folla, che accusa Nazarbayev e la sua famiglia di aver accumulato una fortuna colossale, saccheggiando i settori petrolifero e minerario, mentre la maggior parte dei 19 milioni di kazaki continuano a vivere in povertà.

L’arrivo dei paracadutisti russi in Kazakistan è l’ennesimo esempio della strategia del Cremlino, abituato a mettere in atto rapide strategie militari per mantenere la sua influenza sulle ex repubbliche sovietiche. Dall’estate del 2020, la Russia sostiene il dittatore Alexander Lukashenko in Bielorussia, ha messo fine al conflitto militare tra Armenia e Azerbaigian e, più recentemente, ha ammassato truppe vicino al confine ucraino, meno di otto anni dopo l’annessione della Crimea.

Diversi paesi occidentali e l’Unione europea hanno espresso preoccupazione e fatto appello alla calma, mentre la Cina ha fatto riferimento a un affare interno kazako.

Reuters/ATS

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