L’ ITALIA RIFIUTA LA GUERRA… MA LA VENDITA DI ARMI?

L’ Italia ha scelto come tanti altri paesi di inviare armi in Ucraina, scelta che secondo alcuni sondaggi ( vedi sondaggio Emg per Agorà) vedrebbe contrario il 55% degli italiani, a fronte di un 33% favorevole e un 11% che non sa.

Ma l’Italia può farlo? Partiamo da un fatto base: l’Italia nel solo 2020 ha avuto un ricavo di quasi 4 miliardi, un calo del 25% rispetto al 2019, anche a causa della pandemia.

Per renderci conto nel solo triennio 2015/2017 abbiamo venduto complessivamente materiale per 8.2 miliardi, 14.9 miliardi, 10.3 miliardi. Il 56,1% di tali armi va verso paesi non NATO ed extraeuropei, tra cui molti paesi in guerra e non certamente famosi per il rispetto dei diritti umani, Egitto in primis.

Questo avviene in aperto contrasto con il D.L.185 del 9 Luglio 1990, in particolare con l’articolo 1 comma 5 e l’articolo 6. A pensare male si direbbe più una logica di profitto che di aiuto, specie perché tale vendita di armi in contesti non sicuri non si sa mai a chi effettivamente finisce in mano, vuoi per l’assalto dei convogli, vuoi per la corruzione, vuoi per il mercato nero.

Comunque tali armi partono dall’ Italia con un discreto guadagno per lo stato e sicuramente per le aziende italiane, a discapito della sicurezza nazionale, dei propri contingenti ONU o NATO e sicuramente dei civili.

Fatto questo necessario preambolo vediamo di capire sia perché l’Italia vende armi all’ Ucraina sia perché questo suscita parecchie perplessità. L’Ucraina al momento è il paese aggredito, e si spera non voglia una rivincita. Per questo motivo, giacché non è il paese aggressore, non commette nessun reato che vada contro l’articolo 11 della costituzione italiana.

Motivo per cui lo stato italiano ha attivato l’articolo 1 comma 6 lettera a. Tuttavia gli italiani si pongono alcuni quesiti non da poco. In primis il problema della violazione dei diritti umani dovuta agli anni di guerra nel Donbass e nella Crimea compiuti da entrambi gli schieramenti, violazioni comunque riportate all’attenzione da Amnesty International, che andrebbe in contrasto con l’articolo 1 comma 6 lettera d, ma non essendo tale ente un organo delle nazioni unite o UE non sono vincolanti per l’ Italia, non solo si stanno riportando sempre di più chiare violazioni dei diritti umani contro i civili e soldati da entrambe le parti, riportate da foto e video di diversi soldati e civili, attraverso processi sommari, fucilazioni, ricordiamo che vige la legge marziale, e regolamenti di conti.

Non illudiamoci che i soldati degli schieramenti opposti ricevano trattamenti umani quando non ci si fa problemi a legare ragazzini e bambini ai pali della luce in piena zona di guerra perché accusati da civili di furti, senza nemmeno un processo o a gambizzare i prigionieri e farsi selfie coi loro cadaveri, come purtroppo recentemente visto da parte di soldati ucraini, cosa che il governo non ha potuto che condannare

Non solo stiamo fornendo armi a una nazione che le pone poi in mano a milizie, criminali e cittadini oltre che al proprio esercito. Quindi un’aperta violazione all’articolo 1 comma 5. Perché dico questo, perché non sappiamo né a chi verranno messe in mano tali armi né come verranno utilizzate, specie se contro civili o militari, e questo è un duplice problema, perché potrebbero finire nel mercato nero, e allora speriamo non facciano fuori civili o nostri soldati, oppure essere usate contro i civili, sia russi che ucraini, in una sorta di regolamento dei conti, cosa che ben sappiamo avvenire di già.

Non solo, tali armi potrebbero andare a aumentare il potere di gruppi paramilitari che si sono sviluppati in questo conflitto e potrebbero poi iniziare a fare i propri comodi in alcune zone del paese. Tutti noi sappiamo che è un alto rischio durante i conflitti armati, specie se durano da molto tempo, in quanto si creano parecchie zone grigie, spesso coperte dagli stessi governi. Inoltre molti italiani preferiscono una neutralità in questo conflitto, anche perché basta davvero poco per scatenare una guerra mondiale, e un missile italiano su uno stato sovrano potrebbe avere effetti devastanti.

Di contro la motivazione addotta è quella che ogni stato ha diritto a difendersi, con le conseguenze che ben conosciamo. Quindi mentre nessuno mette in dubbio il diritto ucraino a combattere molti sollevano dubbi più che leciti nel vendere armi a un paese che da quasi dieci anni è in guerra con almeno 13000 morti dalle due parti tra cui molti civili e con parecchi dubbi sul rispetto dei diritti umani durante il conflitto e sul cui futuro c’è tutto tranne che certezza.

L.S.

Fonti https://www.amnesty.ch/it/news/2014/ucraina-prove-di-crimini-di-guerra-e-del-coinvolgimento-russohttps://lepersoneeladignita.corriere.it/2019/01/22/lonu-in-ucraina-13mila-morti-per-la-guerra-del-donbass/https://www.termometropolitico.it/1600383_sondaggi-politici-emg-armi-ucraina.htmlhttps://altreconomia.it/export-armi-2019/

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