Isis si riorganizza: attacchi quotidiani in Siria

Autore Robert Jordan, dalla rassegna stampa di Farid Adly (Agenzia ANBAMED). Foto Reuters

Da quando Trump ha fatto ritirare le truppe dalla Siria, le due conseguenze (collegate tra loro) sono state l’invasione turca del Rojava a Nord Est, e la ripresa delle attività di Isis a Sud Est. Dato che la coalizione SDF a guida Kurda, non potendo più contare sull’appoggio americano (a livello internazionale sono presenti soltanto poche truppe francesi) ha dovuto fronteggiare l’invasione turca a nord, le milizie nere del Califfato Islamico hanno ripreso le attività a Sud, sia contro SDF che contro le truppe del governo di Assad, sostenuto dai russi. Nelle ultime due settimane sono stati intensificati gli attacchi contro postazioni governative nel triangolo desertico del centro del paese e contro mezzi civili di passaggio. Attacchi e agguati che hanno lasciato sul terreno decine di vittime. La più spietata azione è stata nella provincia di Deir Azzour contro tre pullman che riportavano a casa soldati in congedo, per le ferie di capodanno: 39 morti e decine di feriti. Lunedì, un altro attacco dei jihadisti sulla strada Damasco-Raqqa contro pullman e camion che ha causato la morte di 15 persone ed il ferimento di altre 16. Nelle ultime 48 ore, sono stati compiuti almeno 100 raids di caccia russi sulla regione per colpire i covi dei jihaidsti. Le truppe di Damasco stanno intensificando le perlustrazioni via terra, ma le caratteristiche naturali del territorio rendono difficile il compito di annientare le ultime cellule sopravvissute alla caduta del falso califfato

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