IL PREZZO DELLA LIBERTA’

La cosa più importante é che sono liberi .Non sappiamo (per il momento) a quale prezzo e cosa il Sequestratore ha chiesto, ed ottenuto, per liberare gli ostaggi. Una cosa é certa, per la prima volta un Premier ed il suo Ministro degli Esteri sono dovuti andare alla corte del criminale per riprendersi i rapiti. Haftar voleva un riconoscimento ufficiale della sua forza e della sua arroganza. L’ha ottenuto, trasformando Bengasi in una novella Canossa. L’invito del Caporale era stato chiaro, “Volete indietro i vostri uomini, venite qui, davanti a me e chiedetemelo “Ci siamo andati. Io ritengo che PRIMA DI TUTTO, era importante liberare, dopo 108 giorni, i nostri in mano loro. Abbiamo rifiutato il folle scambio proposto da Haftar di liberare altri criminali libici rinchiusi nelle galere italiane, NON potevamo rifiutarci di andarceli a riprendere. Ha vinto l’Ego di Haftar ?Puo’ darsi, ma francamente chi se ne frega. Lui resta quello che é, un bavoso ignorante, arrogante ometto con seri problemi di personalità. Accettare di recarsi nel suo covo é secondo me, un atto politicamente disastroso ma umanamente saggio, perché la vita degli ostaggi vale sempre molto di più di una manciata di soldi o di una stretta di mano accordata ad un paranoico. Adesso ci saranno le solite inevitabili considerazioni sull’operato del Governo per questo gesto fuori ordinanza.Si sprecheranno le polemiche fumose e di parte. Solito vizietto. Ma una volta tanto, cerchiamo di ragionare con la testa in ordine, senza lasciarci prendere dai nostri sentimenti politici. Non c’era altro da fare se non andare a Bengasi per riprenderceli. E’ stata una resa ?No, é stata una liberazione. E se il prezzo della Libertà era ed é stato quello di ossequiare Haftar, ripeto, ma chi se ne frega. Sono liberi, solo questo DEVE contare.

Claudio Khaled Ser

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