C’ERA UNA VOLTA IL WEST

Nel lontano Far West, una scritta campeggiava all’entrata di ogni saloon :”Non sparate sul pianista”.Lo strimpellatore era merce rara, trovarne un altro che allietasse i cow-boy, risultava difficile.Quindi l’esortazione a preservare quello che si aveva.Qualcuno ritiene che il Ministro degli Esteri sia un po’ come quel pianista nello sgangherato saloon chiamato Governo e che, sparargli obiezioni e critiche, sarebbe deleterio.Io penso che chiunque possa fare meglio.E lo pensa anche il padrone del locale, Joe Conte, visto che conduce in “prima persona” sterili ed estenuanti trattative col pistolero egiziano Johnny Al Sissi, criminale di mezza tacca ma di intera ferocia.I due hanno parlato del caso Regeni, drammatica soap-opera che stiamo seguendo da anni e anche di Zaky il ragazzo egiziano che studiava a Bologna ed ora incarcerato a Tora.Incurante della defenestrazione, il pianista Gigetto, continua sui social a strimpellare di Calabria, di Morra, degli pseudo Stati Generali del M5S ed altre amenità varie.SILENZIO su Egitto, Libia, Tunisia, tre posti dove ci stanno “fanculando” mica male grazie alla totale assenza di una Politica Estera che mai ha raggiunto simili livelli di inutilità.Eppure, anche alla “Mozzarella School” insegnano che i Diritti vanno difesi e la propria dignità tutelata davanti alla protervia e all’arroganza di quei bulletti nord africani.

EGITTO. Piantiamola di chiedere “Verità per Regeni”. Non l’avremo mai. Il Paese delle Piramidi nasconde i fatti come fossero mummie e quindi bisognerà attendere più o meno 2500 anni per riportarli alla luce. Ammesso che si celebri in contumacia un processo ai quattro criminali, sgherri del pistolero, é chiaro che loro se ne staranno liberi e ben protetti dall’omertà del dittatorello. Su Zaky poi, la partita é in salita. E’ cittadino egiziano, quindi noi non c’entriamo nulla. Ci é stato detto e ripetuto. Sono fatti egiziani e l’Italia puo’ solo “implorare” Giustizia. In un Paese dove la Giustizia vale meno dell’opinione di Malgioglio.

LIBIA 1. Noi siamo teoricamente alleati con Tripoli.Cioé con quella parte di Libia che ci ha sbattuto fuori da Misurata per regalarla ai turchi.Cioé con quel Governo (Serraj) che impedisce ai SOLDATI italiani di sbarcare perché senza documenti e quindi “clandestini”Cioé con la Tripolitania che ritiene la presenza italiana in Libia “destabilizzante” e non “consolidante” secondo il pensiero del Ministro Bashagha. Ed i pianista tace.

LIBIA 2. Che Haftar ed i Governo di Tobruk ci detestino non é notizia di oggi. Hanno smesso di bruciare per strada il nostro tricolore perché hanno esaurito le scorte. Tengono in ostaggio 18 pescatori italiani in palese contrasto con tutte le norme di Diritto marittimo ed in totale disprezzo di ogni Regola Giuridica. I sequestratori chiedono il rilascio di alcuni criminali, incarcerati (dopo un regolare processo) nelle nostre carceri e chiamati “calciatori” per evitare l’appellativo di terroristi. Anche su questo il pianista tace.

TUNISIA. Continua a trovare ostacoli il rimpatrio dei clandestini approdati in Italia. Continua a non esserci alcuna sorveglianza delle coste da parte della Guardia costiera tunisina. Continuano a partire barchette e nessuno le ferma.Noi riusciamo a rispedirne una ventina per volta, accompagnati da 40/50 Agenti di Polizia. Non per fare paragoni, ma ieri all’aeroporto di Enfida-Hammamet é atterrato un aereo francese con 80 tunisini ESPULSI da Macron e 10 Agenti della Surété. C’é qualcosa che non funziona nel nostro riportarli a casa. Probabilmente il pianista francese conosce canzonette che il Gigino ignora. Babbo Natale non é che per caso ci puoi portare un Ministro degli Esteri ?Ti chiederei anche una Musica diversa pur sapendo che in questo saloon nessuno la sa suonare e che quindi sarebbe inutile. Aspettiamo Carlo Tuzzi.Se qualcuno non conoscesse la splendida composizione del musicista italiano, la cerchi su You Tube 🙂

Claudio Khaled Ser

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