Beirut: aggiornamenti
Da Farid Adly (Agenzia ANBAMED)
quattro giorni dalla strage, le ricerche continuano per salvare i dispersi. Il numero delle vittime è salito a 154, ma nella giornata di ieri è stato salvato un uomo, individuato sotto le macerie grazie al suo cellulare.
Nel centro di Beirut la rabbia della gente è esplosa in una manifestazione, dove è stata issata una forca.
Il presidente Michel Aoun ha dichiarato in una conferenza stampa di non escludere la possibilità che ci sia stata una mano estera che ha provocato l’esplosione con una bomba o un missile. “Ho chiesto al presidente Macron di fornirci le immagini satellitari per verificare la presenza di aerei o missili nella zona al momento dell’esplosione”. Aoun ha espresso anche la sua contrarietà ad una inchiesta internazionale, che “rallenterebbe la ricerca della verità”, ha affermato.
E’ sceso in campo anche il segretario generale di Hezbollah, Nasrallah, in un discorso Tv in diretta. Ha respinto tutte le accuse di possedere armi o missili depositate nel porto. “Sono notizie false e tendenziose; noi affermiamo con chiarezza che non avevamo neanche una pallottola depositata nel porto. Chi si è affrettato ad accusarci senza prove, ha compiuto un’azione politica contro gli interessi del paese nel momento difficile di questa catastrofe”. Anche Hezbollah si è espresso contro l’inchiesta internazionale ed ha proposto di consegnare tutta l’inchiesta nelle mani dell’esercito, “che è una struttura politicamente neutra e riconosciuta da tutti come garante dell’unità nazionale. Noi siamo – ha ribadito Nasrallah – per un’inchiesta rapida e chi ha sbagliato paghi”.
Il nodo centrale rimane quello della crisi economica, che attanaglia il paese da decenni. Ridotta solvibilità del debito passato e mancanza di valuta estera per l’acquisto di carburanti e derrate alimentari nel presente e nel futuro. Di fronte al paese c’è l’incubo della fame per la maggioranza della popolazione e l’impossibilità di produrre elettricità. Il porto fuori uso rende difficoltose le operazione commerciali. Gli altri tre porti del paese hanno capacità ridotte. La scarsezza del grano, renderà difficile coprire il fabbisogno alimentare e di conseguenza ci sarà un aumento dei prezzi. Domani, Domenica, a Parigi si terrà la conferenza dei paesi donatori, alla quale hanno annunciato la loro partecipazione la maggior parte dei paesi industrializzati.
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