15 agosto 1945: Hirohito annuncia la resa del Giappone alla radio

A mezzogiorno del 15 agosto, ora locale, fu diffuso via radio alla nazione il discorso registrato dell’Imperatore concernente la resa del Giappone e la conclusione della guerra. La bassa qualità della registrazione, combinata con l’antico e ricercato giapponese usato dall’Imperatore, resero la registrazione molto difficile da capire per la maggior parte degli ascoltatori. Si riportano di seguito i passi fondamentali.

«[…] Nonostante ciascuno abbia fatto quanto meglio potesse – la valorosa lotta sostenuta dall’esercito e dalla marina, la diligenza e l’assiduità dei nostri funzionari statali, il devoto servizio dei nostri cento milioni di compatrioti – la situazione bellica non si è sviluppata necessariamente a vantaggio del Giappone e il corso degli avvenimenti mondiali si è voltato contro i nostri interessi.

Per giunta il nemico ha cominciato a impiegare un nuovo tipo di ordigno, il più crudele che si sia mai veduto, il cui potere di distruzione è davvero incalcolabile, capace di togliere la vita a numerosi innocenti. Se dovessimo continuare a combattere, si verificherebbero non solo il completo collasso e l’obliterazione del Giappone, ma anche la fine della civiltà umana.

Stando così la situazione, come possiamo salvare i milioni di nostri sudditi o cercare il perdono dinanzi ai sacri spiriti dei nostri antenati imperiali? Questa è la ragione per cui abbiamo ordinato di accettare le disposizioni contenute nella Dichiarazione congiunta delle grandi potenze.

Non possiamo che esprimere il nostro più profondo rimpianto alle nazioni asiatiche nostre alleate, che hanno collaborato con l’Impero alla ricerca dell’emancipazione dell’Asia orientale.

Il ricordo di ufficiali e soldati che sono caduti sui campi di battaglia, o di coloro che sono morti ottemperando al proprio dovere, o di coloro che hanno prematuramente incontrato e delle loro famiglie in lutto, fa soffrire senza tregua i nostri cuori.

Il bene dei feriti e di tutti coloro che hanno sofferto le privazioni della guerra, come anche di coloro che hanno perduto la casa e i mezzi di sostentamento, è il motore della nostra sentita sollecitudine.

Le difficoltà e le sofferenze che, di qui a poco, la nostra nazione dovrà sopportare, saranno sicuramente grandi. Siamo acutamente consapevoli dei più intimi sentimenti di tutti voi nostri sudditi. Tuttavia, è secondo i precetti del tempo e del fato che abbiamo infine deciso di aprire la strada per una grande pace valida per tutte le generazioni a venire, sopportando l’insopportabile e soffrendo l’insoffribile

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