Bob Dylan Masters Of War

La melodia di Masters of War è stata adattata dal canto medioevale inglese Nottamun Town, i cui diritti appartengono alla famiglia della cantante folk Jean Ritchie (1922 – 2015). Forse all’oscuro di tutto questo, sebbene entrambi frequentassero il Greenwich Village, Dylan registrerà a suo nome sia il testo che la musica della canzone; sarà in seguito costretto a pagare 5000$ alla Ritchie, onde evitare future richieste di royalties.

Nell’introduzione all’album, firmata dallo storico e critico d’arte Nat Hentoff, si legge:

‘Masters of War’ ha fatto paura perfino allo stesso Dylan. “Non ho mai scritto niente del genere prima d’ora,” ricorda. “Io non canto canzoni dove mi auguro che la gente muoia, ma non ho potuto farne a meno in questa. La canzone è una specie di attacco, una reazione alla goccia che fa traboccare il vaso, una sensazione del tipo ‘Cosa vuoi farci?'”

Non sono pacifista Odio i Masters of war

Di ROBERTO CALVINO

In molti suoi concerti, soprattutto quelli con formazioni “elettriche”, la canzone cominciò ad essere arrangiata in modo che non si comprendessero il testo e la melodia. Le parole erano pronunciate in modo incomprensibile, la melodia irriconoscibile.
Il perché di questi arrangiamenti e del modo di stravolgere questa e altre canzoni è oggetto di infinite discussioni.
Ma Dylan, come si sa, non smette mai di stupire. Avevo sempre pensato che fosse anche l’autore della musica e non solo del testo, fino a quando non scoprii che gli avvocati di Dylan pagarono alla cantante Jean Ritchie la somma di 5.000 dollari a titolo di risarcimento definitivo. Il motivo risiedeva nel fatto che Dylan aveva adattato il suo testo alla melodia della canzone tradizionale Nottamun Town, da generazioni nel repertorio della famiglia Ritchie.
Avevo poi sempre ritenuto che il testo, nelle intenzioni dell’autore, fosse un proclama contro le guerre.
Evidentemente mi sbagliavo.
In un’intervista a Robert Hilburn (qui), del Los Angeles Times, pubblicata il 16 settembre 2001 Dylan dichiarò:
«Prendiamo Masters of war. Tutte le volte che la canto c’è qualcuno che scrive che si tratta di una canzone contro la guerra. Ma non c’è nessun sentimento contro la guerra in quella canzone.
Io non sono un pacifista. Credo di non esserlo mai stato.
Se presti attenzione alla canzone scopri che si tratta di quello che Eisenhower (qui) andava dicendo in merito ai rischi del complesso bellico-industriale nel nostro Paese. “Credo profondamente che sia diritto di tutti difendersi in tutti i modi necessari».
Qualcuno potrà obiettare che poco importa ciò che un autore pensa delle proprie composizioni, perché le canzoni prendono le distanze da chi le ha scritte e possono essere interpretate da ciascuno a suo modo. Però, queste dichiarazioni ebbero e hanno il loro peso.
Sta di fatto che Masters of war, anche se composta durante la guerra del Vietnam, ci parla ancora del presente. Gli orrori della guerra in Ucraina, sia che ci si schieri con i “pacifisti”, sia con chi ritiene giusto l’invio delle armi per permettere la difesa contro l’invasore, sono sotto gli occhi di tutti e ci sconvolgono profondamente.

Venite signori della guerra
voi che costruite i cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite le bombe
voi che vi nascondete dietro muri
voi che vi nascondete dietro scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere

Voi che non avete mai fatto altro
che costruire per distruggere
giocate con il mio mondo
come fosse il vostro giocattolo
mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dal mio sguardo
e vi voltate e scappate lontano
quando volano i proiettili

Come Giuda dell’antichità
voi mentite e ingannate
Volete farmi credere che
una guerra mondiale può essere vinta
Ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
così come vedo attraverso l’acqua
che scorre nella mia fogna

Voi armate i grilletti
perchè altri sparino
poi vi sedete a guardare
il conto dei morti farsi più alto
Vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue di giovani
fluisce fuori dai loro corpi
ed è sepolto nel fango

Voi avete sparso la paura peggiore
che si possa avere
la paura di mettere figli
al mondo
Per minacciare il mio bambino
non nato e senza nome
non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene

Cosa ne so io
per parlare quando non è il mio turno?
Potreste dire che sono giovane
potreste dire che non sono istruito
ma c’è una cosa che so
sebbene sia più giovane di voi:
nemmeno Gesù perdonerebbe mai
quello che fate

Lasciate che vi faccia una domanda
il vostro denaro è così potente
che pensate potrà
comprarvi il perdono?
Io penso che scoprirete
quando la Morte chiederà il suo pedaggio
che tutto il denaro che avete fatto
non riscatterà la vostra anima

E spero che moriate
e che la vostra morte arrivi presto
Seguirò la vostra bara
nel pomeriggio opaco
Veglierò mentre siete sepolti
nel vostro letto di morte
e resterò sulla vostra tomba finchè sarò sicuro che siete morti

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